CHOCCOLE
CIOCCOLATERIA
“Per piacere, disegnami una pecora…” […] Rifeci il disegno una terza volta, ma fu rifiutato come i precedenti. […] Buttai giù un quarto disegno. E tirai fuori questa spiegazione: “Questa e’ soltanto la sua cassetta. La pecora che volevi sta dentro”. Fui molto sorpreso di vedere il viso del mio piccolo giudice illuminarsi. “Questo e’ proprio quello che volevo. […]”
[Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe]
Il cioccolato regala emozioni, tocca in modo diverso tutte le corde dei nostri sensi, coinvolge l’immaginazione e ci fa ripercorrere ricordi cresciuti col tempo. Fin dal primo approccio con il piccolo locale che avrebbe dovuto ospitare Choccole, ci è stato chiaro che lo spazio vendita avrebbe dovuto favorire un’esperienza sensoriale, suscitando sensazioni nuove, meraviglia e stupore; avrebbe dovuto incuriosire, favorire l’immaginazione, raccontando delle storie legate al prodotto e al luogo.
Ne “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry, nel momento in cui il protagonista desidera ricevere il disegno di una pecora, l’autore cerca con diversi tentativi di soddisfare le sue continue richieste senza tuttavia riuscirci, fino al momento in cui gli consegna il disegno di una scatola con dei fori, sostenendo: “questa è soltanto la sua cassetta. La pecora che volevi sta dentro”. Questa frase ci è sempre piaciuta, per la sua sintesi poetica e la capacità di rappresentare con poco il concetto di immaginazione.
Il progetto è nato da qui, prendendo in prestito quella frase, elaborandone una più modesta, ma che ci piace molto: “questa è solo la scatola, il cioccolato che volevi sta dentro”. L’idea è quella di creare un involucro che rimandi all’immaginazione, ai sensi, al mondo dei sogni e dei desideri.
Lo spazio interno è stato stravolto e ordinato in modo semplice e rigoroso per essere funzionale, ma anche facile da capire: attraverso percorsi chiari e una vetrina che diventa soglia tra interno ed esterno, il prodotto viene racchiuso in “preziose” teche che emergono dal pavimento, scompongono il bancone e si proiettano verso l’esterno ad altezza bambino (ma anche alla portata di chi passa in auto o di chi si muove su carrozzina). Altre scatole chiuse scendono dal soffitto, forate in diversi punti per permettere la fuoriuscita nell’ambiente di musica, luci e profumi: avvicinandosi è possibile apprezzare gli aromi e le fragranze delle materie prime legate ai prodotti in vendita. Anche in questo caso, come per la cassetta che contiene la pecora, le scatole non mostrano nulla, ma rimandano all’immaginazione.
Lo spazio è mutevole. La luce solare che penetra da una finestra avvolta in un “imbuto” colorato, grazie a intensità ed inclinazioni diverse durante le varie ore del giorno e a seconda delle stagioni, colora in modo sempre differente l’ambiente. Le luci artificiali assumono colori ed intensità nuove e modellando lo spazio, mescolandosi alla musica, a rumori lontani, che richiamano i luoghi di origine del cacao, ma anche a rumori del luogo, ad immagini del contesto montano.
Il ricorso ad un’esperienza fisica ed emotiva, come parte integrante della pratica progettuale, vuole rendere lo spazio fruibile a tutti seppur con modalità diverse (da adulti e bambini, da chi ha difficoltà a muoversi, a sentire a vedere…), attraverso l’uso di tutti i sensi oltre all’immaginazione, per dare la possibilità a tutti di avvicinarsi a questo mondo.
Castione della Presolana – 2007
ph © Giuseppe Bellinelli