slows and sounds

slows and sounds: progetto urbano e di design per la realizzazione di elementi segnaletici sonori e decorativi

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Slows and sounds non è altro che un sistema di “bande sonore” messe a punto da bellinelliarchitetti: è una composizione di strisce modulari in rilievo, non diverse da quelle che normalmente si trovano in commercio costituite da materiale plastico oppure vernice bi-componente, unite a segni grafici.

Prendendo spunto dai lavori di Urban Sound, che raccontano i suoni propri di città e paesaggi, l’obiettivo del progetto è quello di trovare un espediente per indurre il rallentamento dei veicoli, trasformando il rumore fastidioso tipico delle strisce in rilievo, in suoni piacevoli: le note musicali sono state convertite in spazi tra gli elementi in rilievo, in modo tale che dalla loro composizione, al passaggio delle ruote, si producano melodie.

I segni grafici così formati possono comunicare, indicare un punto, segnalare un momento, evidenziare e suscitare curiosità: la superficie monolitica dell’asfalto diviene come una lavagna su cui scrivere.

senti le mucche

senti le mucche: progetto urbano e di design per la realizzazione di una fontana pubblica attraverso il riutilizzo di un abbeveratoio delle mucche

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Senti le mucche è un progetto che racconta il possibile riuso e riciclo di un abbeveratoio da trasformare in fontana pubblica.

Alcune riflessioni sull’uso originario dell’abbeveratoio e sui luoghi in cui si sarebbe dovuta collocare la fontana pubblica sono alla base del progetto: la vasca è pensata per dissetare le mucche quando sono al pascolo e quindi generalmente è posizionata nel prato; il sito di installazione della fontana era in origine parte integrante di un promontorio che incorniciava un antico santuario, mentre allo stato attuale è un piazzale asfaltato di grande passaggio pedonale, punto di partenza, transito e arrivo di diverse passeggiate nel bosco.

Il progetto prevede quindi di ripristinare una porzione di quel bel promontorio a prato, collocandovi al centro la vasca/fontana: il nuovo “pascolo” fatto di erba, margherite e ghiaia, rompe l’asfalto e si riappropria del suo spazio; l’acqua viene fatta sgorgare attraverso due grandi tubolari in ferro, modellati e intersecati sulle curve di un’animale nell’atto di abbeverarsi; a completare la composizione alcuni campanacci creano l’occasione per i bambini e adulti di giocare e far rivivere i suoni del pascolo.

Il prato, l’acqua, il suono delle campane rievocano l’immagine delle mucche alpine, che non perdono occasione di osservarci con il loro sguardo buono e ascoltarci con l’orecchio attento: vecchie immagini e suoni dimenticati ricompaiono e per tutti lo spazio diventa funzione, gioco e memoria.

il nido

il nido: progetto di architettura per il restyling esterno di un'abitazione unifamiliare

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Il nido è il nome che abbiamo scelto di dare a questo intervento di sopralzo e ampliamento in facciata di un edificio esistente. Si tratta non solo di un’occasione per ripensare la casa e le azioni che in essa si svolgono, in modo da adeguarla alle nuove esigenze, al carattere e ai gusti della famiglia a cui appartiene, ma anche per mettere in atto quegli accorgimenti che consentiranno alla casa di mantenere il suo valore di mercato nel tempo.

Funzione, semplicità e ironia sono gli strumenti per risolvere le problematiche riscontrate, a partire da quelle legate all’illuminazione naturale e alla protezione dagli agenti atmosferici, fino allo studio di flussi e percorsi, all’analisi delle viste per garantire la riservatezza e permettere più azioni: accogliere, rilassarsi al sole, giocare in giardino, guardare il cielo stellato, osservare i fiori e gli alberi, ascoltare il vento e gli uccelli, respirare il profumo delle stagioni, studiare e lavorare all’aria aperta, darsi del tempo.

Quando abbiamo scelto di ispirarci all’immagine del nido, non è stato solo per collegarci all’idea della famiglia che in esso abita, ma per riprenderne le forme: è così che le falde del tetto si piegano a “becco” per accogliere meglio i raggi del sole, mentre alcuni “rami d’albero” reggono la nuova copertura e diventano, a seconda dei casi, camino esterno, pluviale, luce concentrata. Lo spazio viene dilatato in avanti ed verso l’alto per quanto concesso, trasformando i limiti in spunti di progetto.

architettura parassita

book review: Sara Marini, Architettura Parassita

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L’emanazione in diversi paesi europei di norme che sanciscono limiti alla nuova edificazione e incentivano la trasformazione dell’esistente ha innescato (…) la ricerca di strategie di riciclaggio degli spazi (…) che vede l’immissione di organismi architettonici in edifici e strutture urbane preesistenti. L’organismo parassita risulta distinto, linguisticamente e spazialmente, dall’ospite ma legato a questo da uno stato di necessità (di suolo, di impianti, di significato).
[cit. Sara Marini]

mi sento a casa

press: pubblicazione del progetto CASA IP sulla rivista di settore A.CASA

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Un progetto di ristrutturazione presentato in modo simpatico, decisamente originale, dove i vari passaggi dell’intervento divengono ingredienti di qualità che, ben amalgamati tra loro, danno vita ad una ricetta così ben riuscita da essere annotata nel taccuino di cucina e gelosamente conservata. Per sentirsi a casa.
Pubblicazioni: “A.CASA” (dicembre 2011).

una casa per te

book review: Emina Cevro Vukovic e Carin Scheve, Una casa per te. Arredare con la testa e con il cuore

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“La climatizzazione ha cambiato la percezione delle stagioni all’interno della casa. Eppure può essere bello ritrovare i piccoli riti legati al clima, i cambiamenti di colore, i profumi. (…) i luoghi della casa a crescita spontanea legati alla ricchezza del semplice quotidiano e strenui oppositori della cultura materiale dell’usa e getta, stanno scomparendo. Sempre più spesso mancano nelle nostre abitazioni mancano il baule (uno scrigno magico) e la soffitta (…) varcando la soglia di quell’ambiente misterioso cominciamo a vagare confusamente nel tempo, il percorso che compiamo tra anticaglie nel sottotetto diventa un cammino mentale.
[cit. Emina Cevro Vukovic & Carin Sheve]

specie di spazi

book review: Georges Perec, Specie di spazi

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Lo spazio è un dubbio, è il dubbio dei luoghi che non esistono più. Occorre fermarli, conquistarli, trattenerli. Occorre scrivere, perché scrivere significa cercare meticolosamente di trattenere qualcosa. Ho cominciato da parecchi anni a fare l’inventario di tutti i luoghi dove ho dormito. Mi piace restare steso sul mio letto e guardare placidamente il soffitto. Ma nessuno si interessa più ai soffitti. Specie di spazi appartiene tutto alla sfera di questo tentativo, operato attraverso l’inventario dei diversi tipi di spazi: dal piccolo al grande, dal vicino al lontano, dal concreto all’astratto.
[cit. George Perec]

la grammatica dei sapori

book review: Niki Segnit, La Grammatica dei Sapori e delle loro infinite combinazioni

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Il rosmarino ha sentori di eucalipto simili a quelli della salvia, sebbene contenga più note di pino e fiori e sia più dolce. Le varietà sono numerose, alcune a portamento eretto, altre prostrato. Tra quelle particolarmente consigliate per il sapore sono Tuscan Blue, con aroma delicato di pino e limone, Spice Island, con accenni di chiodi di garofano e noce moscata, Sissinghurst Blue, con un particolare sentore di fumo che sembra chiedere di essere gettato sul barbecue. Il rosmarino ha un ottimo sapore anche quando è essiccato ma assume il classico gusto di fieno che hanno tutte le erbe aromatiche secche, perdendo la complessità del fresco. Partner classico per agnello e formaggio di capra, garantisce anche alcuni accostamenti eccellenti con dolci di cioccolato, arancia o limone.
[cit. Niki Segnit]

architettura e felicità

book review: Alain de Botton, Architettura e Felicità

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Il concetto gli edifici che parlano ci aiuta a porre al centro dei nostri dubbi architettonici il problema dei valori in base ai quali vogliamo vivere la vita, e non solo quello dell’aspetto estetico delle cose. John Ruskin suggerì di cercare due cose nei nostri edifici: che ci diano riparo e che ci parlino - ci parlino di tutto ciò che noi riteniamo importante e vogliamo ricordare.
[cit. Alain del Botton]

il piccolo libro degli istanti perfetti

book review: Philippe Delerm, Il Piccolo Libro degli Istanti Perfetti

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I colori e gli istanti di questo libro dovrebbero essere spremuti nelle nostre case.
“Ha il sapore intenso, leggero, di una manciata di ciliegie nere” [cit. Philippe Delerm]

La glassa che ci riporta il sapore dell’infanzia, il calore di un bicchiere di caffè condiviso con gli amici, che scioglie il gelo dell’anima, i giochi di luce sull’acqua davanti a un antico lavatoio, il gusto intenso di una manciata di ciliegie nere, la musica segreta di un campo veneziano… “Il piccolo libro degli istanti perfetti” raccoglie, come in un album di immagini pittoriche, la memoria e il gusto di momenti strappati alla vita di tutti i giorni ma sublimati dalla pennellata lieve e inimitabile di Philippe Delerm.